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Nella nuova società di produzione di massa degli anni Sessanta l'intellettuale (e la letteratura) sfida la complessità, la chiarisce e deve fornire i mezzi per trovare la via d'uscita dal labirinto-realtà. Il labirinto richiede un confronto quotidiano, ma è anche il luogo di una ricerca da parte del soggetto che vuole sottrarsi al caos. Questo saggio getta una nuova luce sulla esegesi del labirinto calviniano, dimostrando come, attraverso un percorso di maturazione intellettuale che va da Le Cosmicomiche a Le città invisibili, Calvino supera la «ripiegata speranza di una precaria possibilità» per giungere a un'idea di labirinto come strategia conoscitiva di un ordine così articolato da inglobare il disordine.